
Perle della Tuscia: il favoloso Lago di Mezzano, in un’oasi di pace e natura
E' sorprendente scoprire questo meraviglioso bacino lacustre tra le colline variopinte del Comune di Valentano. Altrettanto lo è sapere che il sito fosse abitato già 5mila anni fa
©MartinaPalanca
Entrato a far parte del progetto che seleziona i luoghi più pregiati a livello ambientale, storico e culturale nell’alto Lazio (“Le strade dei parchi”), il Lago di Mezzano sorge con le sue acque limpidissime in un’oasi di pace e natura tra numerose colline variopinte che fanno sentire molto vicina la Toscana delle grandi valli.
Nel Comune di Valentano ma più vicino a Latera, questo specchio d’acqua, di origine vulcanica e senza immissari, è praticamente un cerchio da 2,5km di perimetro. La profondità massima raggiunta è 36 metri e il diametro di 700m. Va segnalato che l’acqua tende a scendere e salire in base alla quantità di piogge: l’oscillazione nell’arco di un anno è di circa 40cm. Si trova a 452 metri sul livello del mare.
Il lago, oltre alla bellezza in sé, appare meraviglioso per tutta la natura che lo circonda: oltre alle suddette colline, un’eterogeneità sbalorditiva di flora e fauna. Tra gli altri, troviamo faggi, castagni, querce, pioppi, canneti, ontani. La zona è di caccia al cinghiale e dunque anche la selvaggina abbonda, per non parlare della “riserva” ittica: si trovano lucci, carpe, coregoni, trote, tinche e cadevani; oltre che uccelli come martin pescatore, porciglioni e gallinelle d’acqua.
In realtà la meraviglia del bacino non si ferma alla sola abbondanza naturalistica: nel 1972 venne scoperto casualmente (da Fortunato Sonno, durante una sessione di pesca) che proprio qui vi era un antichissimo abitato nell’età dell’eneolitico (5mila anni fa!). Fu possibile stabilire il periodo (prei-) storico grazie al ritrovamento di resti di palafitte, oggetti in bronzo e vasi (avvenuto nel 1973). Molti di questi si possono oggi osservare al Museo della preistoria della Tuscia e della Rocca Farnese di Valentano. Quella ricavata fu la più grande quantità di reperti integri di tutta l’Italia centrale.
“Particolare attenzione merita il bosco che si trova sul versante ovest, Monte Rosso, nel quale alberi di alto fusto con piante di cerro e roverelle secolari nascondono il Castello di Mezzano, di origine longobarda, distrutto nella metà del 1300. La leggenda narra che Pia de’ Tolomei, nobildonna senese ricordata da Dante nel V canto del Purgatorio sia stata rinchiusa e uccisa qui. A circa 1.5 Km dal lago sorge una grandissima roverella, monumento alla natura, una delle più antiche piante del Lazio. Troviamo, inoltre, il colle Monte Becco che domina la Riserva Naturale del Lamone di Farnese (Italia), comune limitrofo.”
Anche a livello letterario non mancano i riferimenti illustri: Plinio, Vitruvio e Seneca hanno descritto il cono lacustre di Mezzano “Lacus Statoniensis” per i resti di villaggi di palafitte sommerse dalla acque del lago.
La storia del lago è insomma ultramillenaria: non solo a livello storico/abitativo, ma anche, ritornando a prima, naturalistico, visto che il primo bacino d’acqua si formò circa 400mila anni or sono.
La gita al lago è consigliata a chiunque, anche a chi presenti qualche disabilità fisica: il sentiero per raggiungerlo, dal punto in cui si lascia l’autovettura, è ben messo e permette a chiunque di raggiungere il bacino lacustre senza alcun problema. Si raccomanda attenzione solo per ciò che riguarda eventuale presenza di animali pericolosi.
Fa perdipiù parte del lungo “Sentiero dei Briganti“, per chi fosse interessato a un impegnativo itinerario da percorrere a piedi o in bicicletta alla scoperta di molte delle perle della nostra Tuscia.
Un video sul luogo: