Il fenomeno delle borseggiatrici nella metro di Milano: il racconto di Ana

Il fenomeno delle borseggiatrici nella metro di Milano: il racconto di Ana

Il racconto di Ana, una delle borseggiatrici che si aggira nei vagoni della metropolitana milanese, è stato definito dal Corriere della Sera come spaventoso. La giovane donna, nonostante la sua tenera età, ha già nove figli, i quali rappresentano il suo unico scudo per evitare la prigione.

L’intervista ad Ana, una borseggiatrice di Milano

Il giornale ha avuto l’esclusiva intervista con Ana, nella quale la donna ha narrato con franchezza e senza peli sulla lingua i dettagli della sua attività criminale, partendo dai primi passi fino ai furti quotidiani. La voce della borseggiatrice si è levata senza troppe allusioni o giri di parole, offrendo uno spaccato inedito sulle dinamiche del crimine organizzato nelle metropolitane italiane. Il resoconto di Ana è stato descritto come un vero e proprio resoconto a cuore aperto, che mette in luce la complessità delle ragioni che spingono una persona a scegliere una vita delinquenziale.

L’intervista, dunque, non solo ha fornito un contributo importante alla comprensione della criminalità urbana, ma ha anche dato voce a una realtà spesso ignorata e incompresa. Ana, con la sua storia, ha mostrato una verità scomoda ma necessaria, che rappresenta un invito alla riflessione sulla società che abbiamo costruito e sui valori che la reggono.

Una storia scioccante

Il quotidiano citato ha avuto modo di incontrare Ana, una giovane donna di 29 anni originaria della Bosnia, impegnata nella propria attività criminale all’interno della metropolitana di Milano. La borseggiatrice ha spiegato al giornalista che la sua zona d’azione è concentrata nelle stazioni più affollate del circuito metropolitano, ovvero Centrale e Duomo, dove il flusso di turisti, pendolari e persone che cambiano linea è particolarmente intenso, soprattutto durante le ore di punta.

Ana ha ammesso con disinvoltura che sottrarre beni a passeggeri distratti o poco attenti è quasi un gioco da ragazzi per lei. La sua tecnica consiste nel scegliere un bersaglio, di solito una donna o una persona distratta, e studiare attentamente il suo comportamento durante l’acquisto dei biglietti. In questo modo, la borseggiatrice è in grado di individuare la posizione del portafogli e scippare gli oggetti desiderati con facilità.

La strategia per rubare

Per effettuare il furto, Ana utilizza una tecnica ben precisa: copre la mano con cui eseguirà il gesto con un cappotto, in modo da evitare di attirare l’attenzione delle vittime o degli altri passeggeri presenti. La giovane donna ha descritto questa operazione con naturalezza, come se si trattasse di una pratica comune e consolidata.

Il resoconto dell’incontro con la borseggiatrice offre uno spaccato crudo e inquietante del mondo del crimine organizzato all’interno delle metropolitane italiane. Ana, con la sua schiettezza, ha svelato le modalità e le tecniche utilizzate dai borseggiatori per compiere i loro illeciti, sottolineando l’importanza di una maggiore attenzione e prudenza da parte dei passeggeri, soprattutto nelle stazioni più affollate.

Come è diventata borseggiatrice

Ana ha rivelato dettagli sulla propria vita, svelando di aver iniziato a rubare nella metropolitana di Roma all’età di 13 anni, dopo essere stata introdotta nel “mestiere” dalla zia. Attualmente, la giovane donna fa la pendolare tra la capitale e Milano, dove svolge la sua attività criminale con successo.

La borseggiatrice ha affermato di essere in grado di guadagnare anche mille euro al giorno, sebbene la riduzione dei contanti in circolazione abbia comportato un calo nei bottini. Tuttavia, Ana ha espresso preoccupazione per la crescente concorrenza da parte di giovani scippatori, che durante il weekend si spostano dalle città più piccole alle grandi metropoli alla ricerca di facili prede.

Quanto rubato da Ana, ovviamente, non finisce nelle sue tasche: il denaro viene invece inviato al marito disoccupato che vive in Bosnia, insieme ai suoi nove figli. La giovane donna ha spiegato come i figli rappresentino un jolly per evitare le manette, grazie alla disposizione del codice penale che prevede il differimento della pena per le donne incinte o che hanno appena partorito, come è stato il caso di Ana.

Il racconto della borseggiatrice getta una luce spietata sulle difficoltà economiche che molte famiglie affrontano, spingendo alcune persone verso la criminalità. Ad ogni modo, le sue parole mostrano anche il lato oscuro della metropolitana, dove chiunque può diventare vittima di furti e rapine. Il resoconto di Ana costituisce quindi un monito per tutti i passeggeri, che dovrebbero prestare maggiore attenzione e cautela durante i loro spostamenti quotidiani.

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