
La Francia vuole regolamentare gli influencer dopo aver scoperto importanti irregolarità
Il governo francese annuncerà piani volti a regolamentare meglio le attività commerciali degli “influencer” dei social media, ha annunciato lunedì il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire, come riportato da Euractiv.
La promozione dei prodotti sulle piattaforme dei social media è un mercato valutato a 15,3 miliardi di euro lo scorso anno. In Francia, la promozione tramite influencer è considerata una delle forme più efficaci di pubblicità, con il 68% dei marchi francesi che utilizzano l’influencer advertising, soprattutto su Instagram.
Il mercato ad alto valore aggiunto e la potenza senza precedenti delle piattaforme di social media hanno attirato l’attenzione dei legislatori in diversi Paesi, non solo in Francia.
“Gli influencer devono seguire le stesse regole che si applicano ai media tradizionali”, ha dichiarato Bruno Le Maire, aggiungendo che Internet non è il “Far West”. Ha dichiarato di voler attribuire agli influencer un proprio status nel sistema normativo francese, al fine di “ripristinare” il controllo sugli influencer.
Tuttavia, il ministro francese ha sottolineato che il piano presentato dal governo non è una lotta contro gli influencer, ma un sistema per “proteggerli, non stigmatizzarli”.
Un altro obiettivo fissato da Le Maire è quello di proteggere i consumatori francesi da “discrepanze inaccettabili” nella promozione di prodotti online.
Dibattito pubblico in Francia sulla regolamentazione degli influencer
All’inizio dell’anno, in Francia è stato avviato un dibattito pubblico con le parti interessate, che ha portato a diverse raccomandazioni che potrebbero essere incluse nel piano ora annunciato da Bruno Le Maire.
Tra queste, una definizione legale di influencer e dei loro agenti, il divieto di promuovere determinati prodotti e la creazione di un marchio che certifichi la responsabilità di un creatore di contenuti.
A gennaio, l’autorità francese per la tutela dei consumatori ha annunciato di aver riscontrato “anomalie” relative al “rispetto delle norme pubblicitarie e dei diritti dei consumatori” nel 60% degli influencer ispezionati.
L’autorità ha anche dichiarato che “non tutti gli influencer ispezionati hanno rispettato le regole sulla trasparenza della natura commerciale dei contenuti pubblicati”, tra cui “ingannare i consumatori sulle caratteristiche dei prodotti venduti (…) e promuovendo prodotti e servizi pericolosi”.