Processo al caposettore Urbanistica di Montefiascone Angelo Cecchetti per presunte pratiche edilizie lampo in cambio di bustarelle. Davanti al collegio presieduto dal giudice Elisabetta Massini (a latere Roberto Colonnello e Giovanni Pintimalli) giovedì 13 giugno è ripreso il procedimento: sono stati sentiti altri testi della difesa.
Cecchetti (che è ridiventato capo dell’ufficio tecnico comunale appena insediatasi la giunta Paolini-Leonardi-Ceccarelli) è accusato di corruzione e abuso d’ufficio in concorso con dei privati e con dei professionisti che hanno curato delle pratiche edilizie. In parole povere, il pubblico ministero Stefano D’Arma accusa gli imputati di aver dato vita a pratiche velocissime, e irregolari, in cambio di soldi. Il 25 marzo 2015 furono rinviati a giudizio otto indagati, per fatti del 2008/2011, da cui l’indagine curata come polizia giudiziaria dall’allora corpo forestale dello Stato del capo della stazione falisca, il maresciallo Marco Tilli. Solo nel settembre 2018 il processo è entrato nel vivo, con la prescrizione per tre degli otto indagati. Le presunte pratiche edilizie irregolari si riferiscono alla costruzione di un fabbricato a uso residenziale-agricolo, con recinzione e muri di contenimento in cemento armato, in via Cassia vecchia. Gli altri imputati sono due privati accusati di aver pagato mazzette a Cecchetti, due geometri, il proprietario di un terreno in località Rosignolo, il progettista dei lavori e il titolare della ditta che li ha eseguiti.
Per la difesa di Cecchetti è stato sentito come consulente l’architetto Aurelio Meloni: “Le foto aeree non si usano mai come prove, in quanto molto spesso ingannano. A volte c’è poca luce, altre volte le immagini sono condizionate dalle nuvole, e cose simili”. Altri testimoni di parte hanno perorato la causa degli imputati.

Nell’udienza del 21 marzo scorso, il difensore di Cecchetti, l’avvocato Giovanni Labate, ha spiegato come “non vengano contestati i vincoli ai terreni ma l’iter amministrativo, con permessi rilasciati in modo non proprio regolare; ma noi confidiamo di dimostrare l’esatto contrario”. Il 9 maggio avrebbero dovuto essere sentiti i testi della difesa, ma l’udienza è saltata per lo sciopero dei penalisti. Per il 13 giugno era stata fissata la sentenza, ma il procedimento riprenderà il 19 settembre: i giudici diranno se sono d’accordo sulla richiesta del pm D’Arma di sentire uno degli operanti (forse il carabiniere forestale Tilli), e si dovrebbe chiudere la fase istruttoria.