Caos in Talete. E’ giallo sulle tempistiche che porteranno le amministrazioni dissidenti verso la partecipata del servizio idrico. Il commissario dovrebbe arrivare a breve, ma non è dato sapere se il passaggio definitivo si avrà a partire da inizio agosto o dal 2020. Un’incertezza che crea non pochi problemi gestionali alle amministrazioni commissariate.
“Sono andato in Regione e mi hanno detto che il commissario una volta nominato avrà tre mesi di tempo per effettuare il passaggio: una procedura che si dovrebbe concludere entro fine luglio”, fin qui tutto ok, fa intendere il sindaco di Ronciglione Mario Mengoni. “Quello che non è chiaro è se il servizio verrà subito affidato subito a Talete o se verrà presa in carico dalla società a partire dal 2020. I sindaci, infatti, non sanno se procedere con la normale amministrazione o se aspettare indicazione dalla Regione. Dobbiamo procedere noi con gli affidamenti per la lettura dell’acqua? Dobbiamo gestirla noi nel frattempo?” – si domanda -“Ce le devono dire perché noi amministratori devono programmare l’anno in corso. Non ho potuto programmare nessun affidamento proprio per questo motivo”.
Un’altra voce si aggiunge al coro di polemiche: è il primo cittadino di Vasanello Antonio Porri. Secondo il sindaco, il passaggio a Talete “determinerebbe un aumento di ben cinque volte il costo dell’acqua per i cittadini, insostenibile per i piccoli comuni già vessati dai tagli ai fondi e dalle imposizioni statali”. E ancora: “A che titolo dovrebbero finire la rete idrica nelle mani di una società che, un domani, potrebbe diventare privata ed appropriarsi quindi anche di beni comuni?” Quella dell’eventuale privatizzazione è una questione non sottovalutabile: i problemi di gestione e il debito di Talete infatti potrebbe aprire la porta ai privati, un’ipotesi che andrebbe a scontrarsi con l’esito del referendum sulla privatizzazione.
A richiamare la consultazione del 2011 è anche Fratelli d’Italia Orte – altro comune minacciato dal commisarimento – che si unisce insieme alle Lega per rivendicare l’acqua pubblica come un diritto. “Interesseremo prontamente i parlamentari regionali, perché si oppongano in ogni modo per scongiurare tale accadimento”, fa sapere il Carroccio. Per FdI il commissariamento non è altro che “un atto d’imperio che farebbe aumentare di ben 5 volte il costo dell’acqua per i cittadini. L’acqua è un bene primario, è necessario alla vita, la sua gestione deve restare pubblica in mano ai comuni” così recitata la nota dei meloniani rivolta al Presidente della regione Lazio Zingaretti.
Insomma, la situazione è destinata a rimanere instabile ancora per molto. Da non sottovalutare a questo proposito le elezioni amministrative di fine maggio. Queste, insieme al subentro dei nuovi sindaci commissariati, con ogni probabilità cambierebbe i rapporti di forza dentro all’assemblea dei soci. Chi ci rimetterà invece – non è cosa nuova – sarebbero i cittadini.