Non è ammissibile che un Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale cada in certe sciocchezze: Giggino Di Maio ha di nuovo commesso l’errore ormai perpetuato di sfruttare l’opinione pubblica a proprio vantaggio; peccato che il popolo italiano, che ormai inizia a vedere i governatori attuali per quello che sono, non si faccia più imbambolare dalle mirabolanti parole di questi e si sfoghi attraverso l’arma concessagli dai tempi correnti. Il ministro è stato infatti attaccato con veemenza da migliaia di italiani (solo su Twitter, il meno frequentato, siamo sopra i mille) per essersi schierato contro la decisione di chiudere i Comuni nei giorni di festa, decisione a cui lui stesso, inevitabilmente, ha contribuito. ( E se non avesse contribuito, pensate di che forza politica stiamo parlando! )
Il testo pubblicato su facebook e ripreso su Twitter è il seguente:
“Ritengo che sia assurdo non permettere ai familiari che abitano in piccoli Comuni limitrofi di trascorrere il Natale e il Capodanno insieme.
Lo dico per una questione logica. Ci sono grandi città da milioni di persone con una densità molto vasta dove è possibile spostarsi liberamente, mentre tra piccoli comuni di poche migliaia di persone non è permesso.
Questo è un problema che va risolto e mi auguro che tutte le forze di maggioranza siano d’accordo nel trovare una soluzione.
Sarà già un Natale diverso rispetto agli altri, dove tutti avremo tante limitazioni e dovremo fare ancora più attenzione del solito per evitare la diffusione del virus, ma almeno dove possibile permettiamo alle famiglie di stare insieme.
Naturalmente tutti i cittadini dovranno agire tenendo bene a mente che se non rispettiamo le norme anti covid, quindi mascherina e distanziamento, il rischio di una terza ondata poi diventa concreto.
Ma con senso civico e responsabilità riusciremo a trascorrere le feste insieme ai nostri cari.
Tante persone, anche senza imposizioni o obblighi di legge, scelgono ogni giorno, in tanti piccoli gesti quotidiani, di essere prudenti e rispettosi. A loro va il mio grazie.”
I commentatori gliene hanno dette di tutti i colori, per i toni dittatoriali con i quali si è rivolto alla popolazione e per non aver, lui che più di tutti avrebbe dovuto, contrastato la decisione del Presidente Conte:
- Ma forse mi sono perso qualcosa, ma il dpcm non lo avete firmato tutti voi della maggioranza? Ma che vuole dire!
- E’ ministro a sua insaputa.
- “Noi permettiamo” è una frase molto pesante.
Il tono è dittatoriale.
O è un errore, oppure si tratta di eccesso di arroganza.
Non siamo ne sudditi, ne schiavi.
Siamo cittadini.
Scenda un attimo dal piedistallo ministro. - Arriverà il giorno che non vi permetteremo l’ora d’aria.
- Non ti permettere di “permetterci”. L’Italia è una Repubblica, non una monarchia!
Più che continuare a fare opposizione, forse il nostro ministro dovrebbe cominciare a pensare di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato: insomma, capire che lì in mezzo, uno come lui, non c’entra assolutamente nulla.