La grave crisi idrica registrata nel Lazio, e che vede Viterbo come la provincia più in sofferenza, ha portato il presidente della Regione Nicola Zingaretti a “proclamare, ai sensi della l.r. 26 febbraio 2014, n. 2 art. 15, comma 2, lo “stato di calamità naturale” per l’intero territorio della Regione Lazio e fino alla data del 30/11/2022 a causa della grave crisi idrica determinatasi per l’assenza di precipitazioni meteorologiche ed in conseguenza della generalizzata difficoltà di approvvigionamento idrico da parte dei Comuni;
di prendere atto, in relazione agli eventi sopra indicati, che per la gestione dell’emergenza idrica e per il sostegno alle popolazioni e alle attività produttive sono indispensabili misure di natura straordinaria ed emergenziale;
di richiedere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, di valutare la dichiarazione dello “stato di emergenza”, ai sensi dell’articolo 24, comma 1, del decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, sulla base della evoluzione degli scenari di severità idrica in corso, provvedendo alla successiva trasmissione dei dati e del quadro dei fabbisogni per la verifica della sussistenza dei requisiti e dei presupposti al fine di fronteggiare adeguatamente la situazione emergenziale”.
Nell’atto regionale, rivolgendosi ai Comuni, si legge che “soprattutto con riferimento alla necessità di realizzare una compiuta azione di previsione e prevenzione, si impone l’assunzione immediata di iniziative di carattere straordinario ed urgente finalizzate a scongiurare l’interruzione o restrizioni all’erogazione del servizio idrico”.