
Eh, cavolo… Qui mica stiamo a parlare di “robetta”, o di gentina qualunque. Sono scesi in campo i Signori di Hollywood! Uno appresso all’altro. Una gara tra titani. A chi è più umano e altruista… Dall’asceta buddista Richard Gere al macho predatore Antonio Banderas fino al più giovane Javier Bardem, consorte – se non altro – della stellare Penelope Cruz! Minchia (usiamo un’espressione tipicamente sicula, visto che tutto è maturato nelle latitudini prossime alla bersagliata Lampedusa)… Minchia, ripetiamo ammirati ed esterrefatti…
Grazie a Open Arms e a quei disgraziati e ignari che ci sono saliti sopra e che – nessuno lo nega – non se la passano affatto bene; grazie alla scia “virtuosa” creata dall’indomita capitana Carola, omaggiata e sospinta nella sua “resistenza” dalla super cancelliera e onorata in tutta l’Europa dei magnanimi (quando non si tratta, ovviamente, di casa loro e dei loro confini); grazie, insomma, alla favola di Salvini mostro e degli immigrati maltrattati dagli italiani imbarbariti; grazie alla solita nobile Ong, che – di fatto – spiana la strada al lavoro sporco dei “mercanti di schiavi”; grazie a tutte queste belle cose, i nostrani membri dell’Armata dei poltronisti, perdenti e voltagabbana in chiave “anti-omone della Lega” si sono ritrovati dei testimonial d’eccezione per la loro campagna normalizzatrice a favore di un governicchio/governaccio color Arlecchino – un meraviglioso esecutivo Carola – che faccia magicamente ritornare l’Italia al ruolo di fedele ed entusiastica esecutrice degli ordini che scendono perentori da Bruxelles, Parigi e Berlino.

In un brodo di giuggiole i vari Matteo Renzi, Granduca non pentito di Rignano sull’ Arno; Beppe Grillo, principe incontrastato dei palcoscenici sboccati; Gianfranco Rotondi, maestro e guida della democristiana arte del “rieccolo”, comunque “rieccolo”. A questa sorta di simpatico “trio monnezza” – ma tanti altri sono discretamente impegnati a tessere la tela del grande INGHIPPO – non pare vero di aver potuto arruolare tra le loro sparse fila nientemeno che tre consacrati divi di Hollywood. Belloni e ricchissimi (beati loro, c’hanno saputo fare), anche se ormai un po’ anzianotti – Richard 69 primavere tra pochi giorni, Antonio 59, Javier 50enne – e bisognosi di rinnovellare con un clamoroso “beau geste” la propria immagine un tantinello sgualcita e appesantita dagli anni, dai quattrini e dagli scatti impietosi della stampa rosa.
Mister Gere penna bianca, che preferivamo nel mitico “American Gigolò” in cui interpretava da par suo il ruolo di uno sfrontato puttano d’alto lignaggio, è giunto a porre i suoi curatissimi piedini sulla tolda dell’Open Arms, distribuendo cibo (a spese sue, ha tenuto a far sapere…) e benedizioni agli sfortunati a bordo.

Antonio Banderas, a mia memoria più efficace nel filmone impegnato “La maschera di Zorro”, non si è scomodato troppo e ha tuonato contro Salvini e il belpaese degenerato (lui, spagnolo naturalizzato italiano) non spostandosi da casa. Javier Bardem, meglio istruito dalla saggia Penelope, ha almeno avuto (tra un luogo comune e l’ altro) il buon gusto di osservare che – vista la bandiera che batte la nave – non sarebbe male che fosse lo sfiduciato (dal suo Parlamento) Sanchez a darsi una mossa e ad accogliere i suoi 150 passeggeri sulle coste iberiche. Ma tant’è… Il colpaccio pubblicitario dell’ italica Armata Brancaleone è riuscito. Un effettone! Accanto, i prodi spaventati dal voto hanno la poderosa Armata Hollywood. Posso immaginare, e leggo nei suoi occhi, la paura e il terrore che fanno tremare Salvini…. I suoi nemici, ahinoi, sono ben altri. E molto più silenziosi. Altro che i tre protagonisti di mirabili avventure in technicolor…