In questo periodo buio, in cui le giornate sono scandite da restrizioni e tragici bollettini quotidiani, la politica locale accantona i contrasti e apre alla collaborazione istituzionale.
Accade così che all’insegna del ‘Prima la Nazione poi la fazione’, Fratelli d’Italia accoglie l’invito del presidente della Provincia Nocchi a cooperare per il bene della Tuscia.
Una disponibilità che va a sbloccare l’impasse venutasi a creare a seguito del ricorso al Tar, presentato dal centrodestra, dopo la forzatura sull’approvazione del bilancio a pochi giorni dal rinnovo del consiglio provinciale. Ricorso, previsto in discussione i primi di marzo, e slittato per Coronavirus a chissà quando.
“Una spada di Damocle che sarebbe rimasta sospesa su qualsiasi tipo di intervento. – osserva il deputato FdI Mauro Rotelli – Il presidente della Provincia Nocchi ha chiesto disponibilità e noi, nella situazione attuale, abbiamo risposto con un sì convinto. E’ chiaro che poi bisognerà mettersi a lavorare su quelle che sono le emergenze provinciali”.
Il termine emergenza richiama subito quella che stiamo vivendo a causa del Covid-19.
“Una situazione molto preoccupante che fa riflettere rispetto a tante certezze che avevamo fino all’altro ieri e che adesso non ci sono più”.
Per Rotelli, oltre alle proposte e alle iniziative messe in campo dai meloniani anche a livello locale, le misure più urgenti da adottare riguardano la sicurezza di tutte quelle categorie di persone che sono in prima linea.
“In assoluto la più importante è quella di effettuare, a tappeto e subito, i tamponi a tutto il personale medico in prima battuta poi a tutti coloro che stanno al pubblico. Se lo Stato decide che una serie di persone deve mantenere la filiera aperta e funzionante, quelle persone devono essere sane non possono rischiare di diventare vettori di contagio”.
Ed elenca: “Non si possono ammalare medici, farmacisti, poliziotti, carabinieri, finanzieri, agenti penitenziari. Tutte figure da mettere in sicurezza perché devono garantire la tenuta del sistema, partendo dall’ospedale di Belcolle”.