
Maradona come Dio, Maradona angelo caduto dal cielo, Maradona esempio di vita (?) e modello per le giovani generazioni. Per molti giorni, sui media di quasi tutto il mondo, abbiamo assistito alla glorificazione assoluta e scriteriata del “pibe de oro”, diventato improvvisamente più importante degli eventi gravi e determinanti che stanno segnando e condizionando il presente e il futuro del pianeta. Onore e gloria – così la penso io – al magnifico calciatore che ha fatto sognare Napoli e Buenos Aires, ma per favore non esageriamo! Campione sull’ erba sì, santo proprio no. Il velo sacrale della morte non può oscurare la realtà di un uomo assai discutibile e la sua esistenza al di là delle regole. Addio con le lacrime al grande e spericolato Dieguito, ma fermiamoci qui. Celebrare un fuoriclasse non significa rinchiuderne la memoria e l’ eco in uno stadio. C’è dell’ altro oltre alle gradinate affollate da migliaia di tifosi e all’ entusiasmo creato da un fantastico goal. L’ omaggio più bello a Maradona sarebbe stato quello di darne un ritratto coraggioso e a tutto tondo, non quello di issarlo d’ un colpo sull’ Olimpo dei semidei. No, non era un Dio quel funambolico numero 10.