In questa nuova puntata della rubrica sulle perle della nostra terra affrontiamo un particolare di un posto conosciuto davvero da tutti i viterbesi, un posto che senza indugio possiamo accingerci a includere tra i più importanti a livello mondiale se trattiamo di periodo tardo-rinascimentale: ci riferiamo, ovviamente, alla Sala del Mappamondo nel famoso Palazzo Farnese di Caprarola.
Imbattersi in questa sala significa imbattersi in un’idea assoluta che vigeva quando questa è stata edificata e dipinta: si può, infatti, osservare come nel mappamondo venga rappresentato solo il mondo conosciuto allora, con evidenti lacune. Il planisfero è uno dei più famosi dell’epoca e lo era certamente anche in quel periodo: un po’ per la fama dei Farnese, un po’ per la scarsità di documentazioni del tempo sulla geografia mondiale.

Il Palazzo è stato architettato e portato a principio da Antonio da Sangallo, ma portato a termine da Jacopo Barozzi nel 1575. La sala tuttavia si fa coincidere con l’opera di Giovanni Antonio da Varese, detto il Vanosino (molto famoso nell’Italia centrale), il quale la portò a compimento in soli due anni, iniziando nel 1573. La scelta del pittore fu di Alessandro Farnese: non certo uno che avrebbe accettato chiunque come disegnatore della sua reggia.
Come detto precedentemente, è inevitabile accorgersi di qualcosa che non sembra quadrare, nello sguardo alla mappa: il mondo conosciuto allora (neanche un secolo dalla scoperta dell’America-1492) era infatti circoscritto a una parte ben minore rispetto a quella che sappiamo esserci oggi grazie ai satelliti, e qualche zona della mappa sembra anche essere alquanto confusa, in quanto a dimensioni e coincidenze.
Sul planisfero mancano infatti regioni immense come la Nuova Zelanda e l’Australia (zona in cui appare la scritta “Mare Incognito“) , mentre la Groenlandia viene legata con terra al nord-America; inoltre è presente l’Antartide, fatto alquanto bizzarro visto che essa non fu scoperta almeno fino al 1773: come si poteva, dunque, già esserne a conoscenza? La risposta è nelle teorie ancora non provate: si credeva già da secoli che la “Terra Australis Incognita” dovesse necessariamente esistere per bilanciare le masse terrestri; questa credenza si aveva fin dai tempi di Pitagora e Aristotele, quest’ultimo perché sosteneva che come ci fosse una zona fredda a nord ce ne dovesse essere per contrasto e livellamento anche un’altra a sud.
Per concludere non si può che rimandare chiunque direttamente alla meravigliosa opera d’arte che è questa sala, facilmente raggiungibile e visitabile in poco tempo.
Un video all’interno della Sala:
Come raggiungere il luogo:
Villa Farnese
Piazza Farnese, 1, 01032 Caprarola VT
https://goo.gl/maps/rbcvbYuxNNrNRr6Q6