Era stato tutto previsto. Nel nostro articolo sulla follia di riaprire le scuole, prima ancora che esse fossero effettivamente riaperte nel viterbese, tutto ciò era già stato detto: non siamo dei visionari, ma una situazione del genere era estremamente prevedibile, e sorprende come non sia stata prevista da chi di dovere.
Come potete vedere dalle foto, e queste non mentono (non sono state fatte da più vicino per evitare di incorrere in problemi di privacy), le quali rendono benissimo l’idea, l’afflusso scolastico, seppur controllato all’interno, è fatto di moltissimi momenti “incontrollabili”. La giornata scolastica e lo spostamento di studenti, in effetti, non comprende solo l’orario di 5-6 ore in sé, ma i lassi di tempo immediatamente anteriori e posteriori.

Ma allora come fare a evitare tutto questo? Semplicemente, è impossibile. Eppure, vista l’ordinanza di Zingaretti sulle mascherine, sembrerebbe assolutamente necessario.
Il problema, come anticipavamo, comincia già molto prima dell’effettivo orario di lezione: da quando gli studenti escono fuori casa, a quando passeggiano per strada, a quando viaggiano sui mezzi pubblici. Il distanziamento sociale in queste situazioni è pura utopia, inutile nascondersi.

E allora ecco che tutti coloro che inneggiavano contro la didattica a distanza (che nel 2020 dovrebbe essere perlomeno considerata come possibilità concreta) ora vengono azzerati dal loro inutile ancoraggio al passato. Siamo in un momento d’emergenza, e in momenti d’emergenza è necessario trovare soluzioni di emergenza. La DaD è una di queste.
Tutto questo discorso, ovviamente, nasce da un presupposto ben preciso: il Governo, che come sempre non si è rivelato in grado di prendere una posizione netta per accontentare tutti, vorrebbe “la botte piena e la moglie ubriaca“, sostenendo che ci siano le condizioni per proseguire con la didattica in presenza e allo stesso tempo mettendo in quarantena intere classi o scuole per singoli positivi, con evidenti ripercussioni sulle situazioni economico-lavorative dei rispettivi familiari.
Un’incoerenza di fondo che non fa bene a nessuno e che i fatti concreti (come questo della calca di gente che si viene a creare fuori le scuole) stanno portando irrimediabilmente a galla.
Non è molto difficile da comprendere: o si va a scuola normalmente e vengono eliminate le quarantene, o non si può andare a scuola.
Didatticamente parlando, questa situazione di assoluta confusione (denunciata dagli studenti stessi) è sicuramente deleteria per l’apprendimento rispetto a una possibile, definitivamente organizzata lezione in via digitale.
E non si ascolti, in alcun caso, la notizia rilasciata dalla Azzolina in questi giorni: la maggior parte degli studenti, come quelli delle scuole di cui abbiamo postato le foto, dichiarano di non aver mai ricevuto neanche un tampone, e, calcolando che al 99% un ragazzo sotto i 20 anni non presenta sintomi, ogni dato sull’efficenza della prevenzione scolastica è irreale e non rispecchia la realtà: questo almeno fino a quando non si saranno svolti i test sierologici e i tamponi su ogni singolo studente di ogni singola scuola italiana.
